Io sono Mia: omaggio ad una grande donna dal cuore di bambina

Io sono Mia inizia con Sanremo 1989. A poche ore dalla finale, Mimì rilascia un’intervista e, attraverso un flashback, torna indietro fino ad alcuni episodi dell’infanzia per poi giungere a raccontare le sofferenze derivanti dalla calunnia messa in giro su di lei negli anni ’70 e dalla fine della storia d’amore con Andrea (personaggio ispirato ad Ivano Fossati) durata ben dieci anni.

«[…] non c’è torto maggiore che privare qualcuno della possibilità di esprimersi»

Queste parole, affidate a Lucia Maschino, che in Io sono Mia interpreta la giornalista Sandra Neri, danno la dimensione reale di ciò che la cattiveria umana ha causato ad un’artista e, soprattutto, ad una donna dall’animo gentile e privo dei giusti mezzi di difesa diversi dalla musica.

Con il supporto di Loredana ed Olivia Bertè, il regista Riccardo Donna è riuscito a realizzare un bellissimo omaggio ad una signora della musica a cui, tramite la dimensione dell’intervista appunto, è stata finalmente data la possibilità di raccontare la propria verità. Grandi assenti in questo progetto, invece, sono Renato Zero ed Ivano Fossati. Purtroppo non è dato sapere il perché di questa scelta alquanto discutibile. Considerata l’importanza delle loro figure nella vita dell’artista, le loro testimonianze avrebbero rappresentato un grande valore aggiunto.

Realizzare un lavoro dell’importanza morale di Io sono Mia, fin dal principio ha significato massima accuratezza nella narrazione con attenzione al minimo dettaglio: si sta parlando del ventennio di maggiore cambiamento nella storia della musica, ecco che persino la credibilità degli ambienti diventa fondamentale per dare al pubblico la sensazione che per quei cento minuti Mia sia davvero nel film.

Le riprese di Io sono Mia si sono svolte tra il 14 (giorno in cui la cantante fu ritrovata morta) e il 19 maggio 2018 a Sanremo, in modo particolare in tre luoghi centrali per la vita di Mimì: il teatro Ariston, l’Hotel Londra e Corso Imperatrice. Serena Rossi, nonostante il successo ottenuto a Tale e Quale Show (durante il programma aveva anche imitato proprio Mia Martini) è riuscita a portare sullo schermo una persona vera – e non un’imitazione – con tutta la sua forza, complessità e vitalità di donna del sud ma senza quell’ombra di tormento con cui la tv ha sempre presentato Mia Martini a chi non ha avuto la possibilità di viverla.

Questo il commento di Loredana Bertè all’interpretazione della Rossi: «Serena ci ha messo tutto il cuore e si è impegnata al massimo per ridarci movenze, tic e anima di mia sorella: ha studiato nei minimi termini e alla fine è diventata Mimì…»

Ma se Mia Martini era quella che saliva sui palchi, non importava che fosse Sanremo o una festa di paese, e dava libero sfogo a tutta la sua anima, cosa diversa era Domenica Rita Adriana Bertè che, prima ragazzina poi donna, nonostante non avesse avuto una vita facile, ha sempre cercato il grande amore ed è sempre rimasta viva e fortemente presente in Mimì.

Sorvolando su aspetti controversi e mescolando realtà e finzione – si pensi al personaggio di Andrea, interpretato da Maurizio Lastrico ed alter-ego di Ivano Fossati ma anche di altre figure maschili che hanno fatto parte della vita di Mia Martini – nelle speranze del regista, degli attori e della stessa direttrice di Rai Fiction, coproduttrice del film con Eliseo, la pellicola è un modo per far conoscere la cantante calabrese ai giovani restituendo «memoria e nome ad una grande artista» e cercando di coglierne «l’essenza, il talento l’unicità».

In conclusione, si può ben affermare che l’intento sia stato pienamente raggiunto, anche grazie alla voce di Serena Rossi, che ha personalmente interpretato Padre davvero, Piccolo uomo, Minuetto, Non finisce mica il cielo e Almeno tu nell’universo, e agli arrangiamenti realizzati da Mattia Donna di pezzi che sono l’eredità di un’artista con la a maiuscola che «non ha mai attaccato per difendersi ma si è difesa col silenzio, lasciando parlare la musica, con grande eleganza».

É proprio alla sua musica, infatti, che molti ragazzi si sono avvicinati, dopo aver visto Io sono Mia, per conoscere la vera storia di una giovane donna a cui l’ignoranza umana ha rubato la luce negl’occhi ma non la voglia di farsi sentire fino all’ultimo.

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