Crimson Peak: una favola gotica per gli amanti del genere

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Crimson Peak, film del visionario regista Guillermo del Toro, ha tutti gli elementi per conquistare i fan del genere horror gotico, da sempre appassionati di storie di fantasmi incastonate in ambientazioni tanto cupe quanto affascinanti. Che la pellicola aspiri ad essere una nuova favola gotica lo si evince dal film stesso, poichè la giovane protagonista Edith (Mia Wasikowska), aspirante scrittrice, afferma di voler diventare la nuova Mary Shelley, la “madre” di questo genere letterario.

La trama non è assolutamente tra le più originali e a volte presenta delle lacune dettate dal voler impressionare più che narrare. Il film, però, nel complesso funziona e si lascia guardare grazie a un sapiente lavoro di regia.

La pellicola racconta di una giovane ragazza ingenua e figlia dell’alta borghesia di inizio ‘900 che si innamora perdutamente di un baronetto in disgrazia, Ser Thomas Sharpe (Tom Hiddleston) che la condurrà nella sua tetra magione dove vive, quasi “rinchiuso” e isolato dal mondo, insieme all’enigmatica e spaventosa sorella Lucille (Jessica Chastain). Fantasmi e antichi ricordi infestano l’abitazione, e solo alla fine diverranno funzionali per svelare il comportamento e le azioni dei protagonisti.

Gli spettri, infatti, appaiono unicamente quando c’è bisogno di avvertire di un pericolo imminente o di far comprendere la situazione e vengono resi molto “fisici” dal punto di vista estetico, per trasmettere l‘idea che non c’è nulla di paranormale in loro ma che sono semplicemente vittime delle circostanze.

Molti sono i punti di forza di questo film: i costumi e le scenografie sono curati nei minimi dettagli e ci permettono di entrare nella storia e nell’epoca in cui è ambientato il film.
Ma è soprattutto la fotografia la vera cifra stilistica della pellicola: vengono infatti utilizzati colori accesi che contrastano con le atmosfere cupe del castello diroccato e la neve si macchia del rosso dell’argilla, ricordando un “tappeto di sangue”.

Anche le interpretazioni dei tre giovani protagonisti meritano attenzione: una spanna sopra tutti la Chastain che entra alla perfezione nel suo personaggio, il meglio caratterizzato della storia, mettendone in mostra il carattere perverso e folle. Le tiene testa Tom Hiddleston, nella parte di un fratello quasi succube di una sorella da sempre troppo forte per essere contrastata. La Wasikowska, invece, viene penalizzata da un personaggio non molto ben delineato e già visto, quello dell’ingenua e scialba ragazza che si rende conto troppo tardi dei pericoli che sta correndo.

L’intesa fra Edith e Thomas Sharpe è un po’ troppo forzata e la storia d’amore rischia di divenire solo un pretesto per lo sviluppo della narrazione: senza ombra di dubbio l’intesa fra la Wasikowska e Hiddleston era maggiore in Solo gli amanti sopravvivono, pellicola del 2013 diretta da Jim Jarmusch.

Guillermo del Toro, dopo la parantesi fantascientifica di Pacific Rim e quella televisiva con la serie The Strain, torna al cinema con il suo genere di riferimento, mettendo in piedi una favola dark e complessa, in cui nulla sembra chiaro fino alla fine. Atmosfere ed intenzioni che richiamano molto quelle del Labirinto del fauno, il film più famoso del regista. Ed anche la sua pellicola successiva, La forma dell’acqua, altro non è che una fiaba moderna, intrisa di omaggi e riferimenti all’idea di cinema che Del Toro porta da sempre avanti.

Jessica Chastain e Tom Hiddleston confermano il loro talento, confrontandosi con un ruolo assolutamente nuovo per entrambi, mentre la Wasikowska, che avrebbe dovuta essere quella più a suo agio in questo genere di film (ricordiamo la sua Alice nella visionaria trasposizione di Tim Burton e la sua interpretazione in Stoker di Park Chan-wook), perde un po’ di quella luce che aveva contraddistinto le sue precedenti interpretazioni.

Il film, quindi, soddisfa pienamente le aspettative e si mostra per quello che sembrava fin dal trailer: una favola cupa e gotica, in cui la storia di tre personaggi si intreccia con quella di una casa piena di ricordi, che in fondo è la vera protagonista della vicenda.

Classe 1994, laureata in Lettere moderne alla triennale e in Scienze dello Spettacolo alla magistrale. Da sempre appassionata di cinema, coltiva il sogno di diventare critica cinematografica. Guarda di tutto e si appassiona ad ogni genere, dal film d’autore fino ai cinecomics. Per lei sarebbe impossibile stilare una classifica delle sue pellicole preferite. Se non sapete dove trovarla, probabilmente è in sala a gustarsi un nuovo film.