BOY ERASED- vite cancellate (2018)

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“Il pregiudizio, sia che tu lo eserciti o che ne sia la vittima, danneggia sempre tutti”.

Boy Erased – Vite cancellate è il nuovo film scritto e diretto dall’attore australiano Joel Edgerton. La trama, che si ispira alla storia vera di Garrard Conley, porta sul grande schermo il tema delle “terapie di conversione”, raccontate dal punto di vista di un ragazzo che decide di intraprendere il percorso di cure psicologiche che dovrebbe “riportarlo” sulla via dell’eterosessualità e della fede cristiana.

“Arkansas. Land of Opportunities”
Jared è un diciottenne, figlio di un pastore battista e di una madre devota, perfettamente integrato, anche lui, nel tessuto dei sani valori americani e religiosi. La sua vita, così come quella dei suoi genitori, è apparentemente perfetta. Jared è felice o almeno così sembra. Ma quando si rende conto di essere attratto dagli uomini, la sua quotidianità crolla in mille pezzi. In poco tempo, viene emarginato da tutto e da tutti: dalla famiglia, dalla comunità e dalla chiesa stessa.

Sotto consiglio del padre e sommerso dai sensi di colpa per essere così “sbagliato”, Jared decide di voler “cambiare” ed entra nel programma “Rifugio” del centro Love in Action. Inizia così il suo cammino nel macabro mondo delle terapie di “conversione”, tuttora operative in numerose località statunitensi. Questo percorso “riabilitativo” si rivela però un viaggio nella follia di una certa compagine religiosa oscurantista che colma la gioventù di questi ragazzi con segreti e bugie, umiliazioni e retaggi di un’epoca preilluministica e antiscientifica, tutto per far credere loro di essere sbagliati e di avere il dovere morale di “cambiare”.

Seguendo i loro consigli, questi giovani imparano ad odiare la propria famiglia perdendo sé stessi e la propria identità. Fingendo di essere ciò che non sono, tutto per non rischiare di essere picchiati, finiscono per crescere senza emozioni, vuoti e disgustati da loro stessi. Boy Erased ha quindi il grande merito di farci entrare in questa realtà aberrante e antistorica, di mostrarne il lato più ipocrita e subdolo, di portare in superficie l’ignoranza delle persone che credono di poter “modificare” un essere umano partendo dalla stupida idea che essere omosessuali sia un atteggiamento o una “scelta”. Ci ricorda anche che, molto spesso, questa convinzione nasce prima di tutto all’interno delle stesse mura domestiche, dove un individuo si sente spesso giudicato e vive nel terrore di non essere all’altezza delle aspettative che i genitori hanno su di lui.

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Il rapporto padre-figlio è quindi un altro tema del film, sviscerato a suon di violini e singhiozzi di Jared, distrutto psicologicamente per non sentirsi accettato e compreso dalla persona che ama di più al mondo. In Boy Erased, il padre Marshall incarna lo stereotipo del genitore retrogrado che non riesce ad andare oltre le sue idee obsolete, nemmeno per aiutare il suo amato figlioletto. Da uomo pieno di orgoglio per il ragazzo che ha cresciuto, si trasforma in un fanatico religioso pronto a tutto pur di salvare le apparenze.

Ovviamente il fatto che Marshall sia un pastore battista complica le cose. L’amore per Dio, gli studi di teologia e l’opinione dei fratelli ecclesiastici, lo portano a perdere la ragione e a spingere il figlio tra le braccia di una realtà che sa benissimo che lo rovinerà.

Joel Edgerton – che nel film si ritaglia il ruolo di Viktor Sykes, ex-gay e terapeuta a Love in Action – confeziona un film importante, elastico nell’andamento, costruito con salti temporali che rendono la storia più fluida e meno pesante. Il suo lavoro da regista è semplice e moderato, quasi a voler nascondere la regia per far entrare lo spettatore all’interno della storia, come se stesse guardando un documentario o se la stesse vivendo davvero. La scenografia, le luci e i costumi richiamano tutti una realtà aurea, quasi idilliaca che, a poco a poco, si trasforma in un incubo. Tutto sembra essere confezionato e protetto da una bolla, quasi a voler identificare una realtà al di fuori dello spazio tempo.

Per quanto riguarda il cast, il regista si affida al peso di grandi interpreti. Partendo da sé stesso, Edgerton interpreta il ruolo con la certezza infondata di un uomo che non sa o non si preoccupa del danno che sta facendo ai giovani. La sceneggiatura sottolinea che anche lui e gli altri che gestiscono la struttura hanno lottato con la loro sessualità. Accanto a sé, il regista sceglie due attori di spicco della vecchia generazione: papà Russell Crowe e mamma Nicole Kidman che qui vengono chiamati ad una contro-conversione progressiva e inevitabile.

Entrambi interpretano il loro ruolo in maniera superba rendendo i loro personaggi estremamente credibili. Una particolare nota di merito alla Kidman che, avendo una parte più grande di quella di Crowe, ci mostra una madre premurosa che, per amore del figlio, riesce ad andare oltre l’educazione puritana che ha sempre ricevuto. Il vero punto di forza di Boy Erased è però il giovane Lucas Hedges che interpreta il personaggio di Jared in modo impeccabile, rappresentando un ragazzo forte che non vuole essere spezzato e che, per quanto si odi per non essere perfetto agli occhi di suo padre, cerca la forza di accettarsi così come è.

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In questa pellicola, Edgerton ci porta quindi nel cuore di una famiglia comune, per mostrarci il lato umano di questo lavaggio del cervello etero-normativo. Sebbene il suo film sia spesso serio e sincero all’eccesso, il regista vuole rendere tutto personale e raggiunge l’obiettivo ogni volta che Hedges è davanti alla telecamera, dando anima e cuore a un personaggio che vorrebbe che i suoi genitori gli volessero bene.

Questo tema della conversione gay è stato affrontato anche in La diseducazione di Cameron Post, film che ha attaccato i campi giovanili perché infondevano crudelmente vergogna e auto-disgusto in adolescenti omosessuali. Questa pellicola è ambientata nel 1993 ma se pensate che l’argomento non sia ancora attuale, allora è il caso che apriate gli occhi su questo mondo malato in cui i genitori vedono i figli omosessuali come un abominio e sono pronti a tutto pur di cambiarli.

Per concludere, Boy Erased è film manifesto di un percorso doloroso e al tempo stesso capace di portare alla consapevolezza e all’autodeterminazione. È una strada che il film sottolinea in maniera “perfetta” e consolatoria, con tanto di “poster” finale a suggellarne il buon esito.

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Sono Laura Montagnani, classe 1997, e sono laureata in Marketing e Comunicazione alla Bocconi di Milano. Appassionata di cinema, divoratrice di libri, cittadina del mondo ... alla ricerca del mio posto nel mondo.