DUMBO- Con l’elefantino Tim Burton torna a volare

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  • TITOLO: Dumbo
  • DURATA: 130 Min

“Quando tutto sembra perduto, trova il coraggio che è in te”

Dopo i numerosi remake de La bella e la bestia e il successo del film de Il libro della giungla, Walt Disney torna con un altro dei suoi indimenticabili classici: Dumbo- l’elefante volante (1941). La pellicola, diretta da Tim Burton, è quindi l’adattamento cinematografico della storia scritta da Helen Aberson ed illustrata da Harold Pearl ma con qualche piccolo aggiustamento per adeguarla al grande schermo e alla forma filmica.

In questa versione infatti il protagonista non è più solo il simpatico e dolce elefantino dalle grandi orecchie ma anche una famiglia di circensi in lutto per la morte della madre e in grave crisi economica.

Siamo negli Stati Uniti d’America, 1919. La guerra è finita e Holt Farrier (Colin Farrell) ritorna a casa, al suo circo e ai suoi due figli: Milly e Joe. Ha perso un braccio, la moglie e anche il suo numero coi cavalli. Tutto il suo mondo sta andando in malora. Il direttore, Maximilian Medici (Danny DeVito), per risolvere i problemi del suo circo, punta sul cucciolo di elefante in arrivo, ma, alla nascita del piccolo di mamma Jumbo, rimane scioccato e furioso a causa delle sue orecchie fuori misura. Milly e il fratellino, però, si affezionano al piccolo dagli occhi azzurri e scoprono che, dietro l’handicap apparente, nasconde una straordinaria abilità: se stuzzicato con una piuma, Dumbo (questo il nomignolo affibbiatogli dal pubblico) può volare! Tuttavia, quando il furbo imprenditore Vandevere (Michael Keaton) scopre le abilità del piccolo animale, per Dumbo ed i suoi amici iniziano i guai.

Dalla trama si può evincere che molti dei temi del film sono ripresi da quelli del cartone animato: i pregiudizi e l’odio per il diverso, il coraggio di fare delle nostre apparenti debolezze un punto di forza e l’amore incondizionato dei genitori verso i propri figli. Sappiate che, se cercherete in Dumbo la mostruosità e qualche piccolo brivido, tipico dei precedenti lavori di Burton, qui non li troverete. La pellicola è imbevuta di citazioni del classico Disney del ’41 ma questo Dumbo di Burton poggia le zampe anche su altre basi: la compassione e l’importanza della famiglia.

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Il remake è quindi una versione decisamente modernizzata del cartone animato. In questo caso, nonostante ci si affezioni al piccolo elefante, esso resta un animale, al contrario del Dumbo-cartone in cui il personaggio, essendo l’unico protagonista della storia, veniva quasi umanizzato. Non fraintendetemi, se sono le emozioni dell’elefantino che cercate nel film, la tristezza che vi ha trasmesso il cartone quando eravate bambini, nella pellicola di Tim Burton ci sono ancora tutti ma sviluppati in maniera diversa e più matura.

Le musiche del film cambiano diventando più seriose ma la colonna sonora rimane inalterata. Il vero punto di forza di questo live action è sicuramente la regia di Tim Burton che finalmente torna al cinema con qualcosa che lo rappresenta davvero, una pellicola che rapisce l’anima e il cuore dello spettatore.  C’è più Tim Burton in questo rifacimento in live action di Dumbo che in molti dei suoi ultimi lavori, forse e soprattutto perché le sue impronte si celano nelle fondamenta dell’impianto filmico più che nelle trovate di superficie.

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Tutti gli aspetti tecnici della pellicola sono a dir poco sorprendenti: l’uso dei colori, gli effetti speciali per realizzare l’elefantino, la fotografia, i costumi, la scenografia, le location e lo studio dei dettagli. Per quanto mi riguarda, era davvero tanto tempo che un film non riusciva a strapparmi un “Wow” per la realizzazione della parte tecnica.

Tutta questa perfezione mette però in evidenza qualche pecca nel cast: Colin Farrell ed Eva Green, nonostante il loro indiscutibile talento, qui non mi hanno completamente convinto. L’attrice, ormai elemento costante dei film di Tim Burton, per la prima volta si è ritrovata ad interpretare un personaggio non macabro che non le calza a pennello. Nonostante sia oggettivamente una grande interprete, qui non l’ho trovata molto credibile. Al contrario, i due boss circensi, Danny DeVito e Michael Keaton, sono stati forse i più divertenti e adeguati al ruolo che hanno dovuto svolgere.

Per concludere, Dumbo è un film poetico con un tocco d’altri tempi, frutto della bacchetta magica di un grande regista. È certamente uno dei remake più riusciti di sempre e, anche se forse non vi farà piangere come la versione animata, sicuramente non deluderà le vostre aspettative.

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Sono Laura Montagnani, classe 1997, e sono laureata in Marketing e Comunicazione alla Bocconi di Milano. Appassionata di cinema, divoratrice di libri, cittadina del mondo ... alla ricerca del mio posto nel mondo.