Il Sole a Mezzanotte: è tutta la vita che aspetto di vedere l’alba

il sole a mezzanotte-recensione film

A meno di un anno dall’uscita di “Noi siamo Tutto”, ecco che torna al cinema un’altra teen-tragedy appartenente al genere “Sick Lit”: Il Sole a Mezzanotte. Questa volta la rara patologia genetica, che per certi versi è molto simile a quella del film che ho sopra citato, è lo Xeroderma Pigmentoso, altrimenti noto come Sindrome della Luna, malattia che costringe a una vita da reclusi con la possibilità di uscire di casa soltanto nelle ore notturne.

Il Sole a Mezzanotte è una pellicola strappalacrime, che scechera una storia d’amore ad una malattia terminale, rivolgendosi ad un pubblico ben preciso: i teenager. Il dramma, remake americano di un film giapponese, nato dal romanzo di Trish Cook, offre molti spunti di riflessione e tanti messaggi importanti di cui i giovani hanno bisogno.

Nonostante l’epilogo sia chiaro sin dall’inizio, senza cadere in colpi di scena eccessivamente romanzati, il regista Scoot Speer lavora per contrasti opponendo ad un finale severo ma credibile un percorso pregno di significato. Della vita di Katie, protagonista della pellicola, non sono l’inizio o la fine che ci devono rimanere impressi ma il suo viaggio: la scelta di vivere la vita con un sorriso, di innamorarsi, di cantare, di sognare, di essere qualcosa di più della sua malattia. Il Sole a Mezzanotte spinge sulla caducità della nostra esistenza, su quanto essa sia breve e, nonostante questo, meravigliosa.

Questo film è un tenero, dolce e spassionato CARPE DIEM…per tale motivo mi è piaciuto così tanto! In una realtà di guerre, omicidi e suicidi c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di urlare al mondo: “Goditi questa vita perché è l’unica che hai!”.

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Ho apprezzato molto anche gli altri messaggi che Il Sole a mezzanotte racchiude: l’importanza dell’amicizia, il coraggio di affrontare le proprie paure e di inseguire i propri sogni, la capacità di rialzarsi dopo una caduta e la magia del rapporto padre-figlia. Una cosa molto bella, che non ho ancora trovato in altre pellicole che appartengono a questo stesso genere, è l’attenzione data a chi ha subito una perdita, genitori in particolare. Ho apprezzato moltissimo la scena in cui Katie spinge il padre a rifarsi una vita, a trovarsi una donna da amare e a viaggiare come non aveva mai potuto fare. È un gesto molto nobile che vuole mostrare al suo pubblico di giovani-adulti che i genitori spesso rinunciano alla loro felicità per rendere la nostra vita migliore.

Per il resto il film è molto carino, ma con qualche difettuccio: belle le musiche, meravigliose le location, carini i costumi… ma veramente terribile il trucco. Bella Thorne, che interpretava il personaggio di Katie, aveva sempre (e dico sempre) il fondotinta del colore sbagliato e spalmato in maniera poco uniforme. Più che malata, sembrava le avessero affondato il viso in un vaso di terra.

Nonostante questo ho davvero apprezzato l’attrice. Mi ha fatto molto piacere vederla in una veste più drammatica e totalmente diversa dai suoi personaggi abituali. Ha dimostrato delle buone doti interpretative che, sinceramente, non pensavo avesse. Inoltre è migliorata moltissimo anche nella parte canora (mi ricordo, come fosse ieri, che nel duetto di “A Tutto Ritmo” con Zendaya le dovettero alterare la voce perché era veramente inorecchiabile). Anche Patrick Schwarzenegger (nel ruolo di Charlie, il fidanzato di Katie) non è andato malissimo. Diciamo che, nonostante non sia un granché come attore, è molto molto bello e, per qualche scena senza maglietta, gli possiamo anche scusare una mimica piuttosto carente.

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Per concludere Il sole a mezzanotte non passerà certo alla storia come uno dei migliori film drammatici mai realizzati, ma può introdurre con delicatezza il pubblico di adolescenti a delle tematiche importanti. Un amore nascente, una ragazza malata terminale e un inevitabile tunnel di tristezza sono argomenti trattati con le pinze che potranno far apparire la storia banale agli occhi di un adulto, ma che per un teenager richiederanno la giusta dose di fazzoletti.

Preparatevi alle lacrime e, fanciulle mie, non mettete troppo mascara, mi raccomando!

Sono Laura Montagnani, classe 1997, e sono laureata in Marketing e Comunicazione alla Bocconi di Milano. Appassionata di cinema, divoratrice di libri, cittadina del mondo ... alla ricerca del mio posto nel mondo.