Mother : La Terra secondo Aronofsky

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Diretto e sceneggiato da Darren Aronofsky, “Madre!” racconta la storia di una giovane donna che vive con il marito in una casa di campagna, da poco reduce da un incendio che l’ha quasi distrutta. Mentre la giovane è impegnata con i lavori di ristrutturazione di cui si occupa personalmente, il marito, noto scrittore di poesie, deve affrontare un blocco creativo. La loro tranquilla e isolata esistenza viene però sconvolta prima dall’arrivo di un medico sconosciuto e di sua moglie e poi da una serie di ospiti inattesi, che spingeranno la giovane – rimasta nel frattempo incinta – a rivedere tutto ciò che sa dell’amore.

Tralasciando il mio disgusto per la traduzione letterale dei titoli stranieri, questo film è stato fortemente attaccato dalla critica e dal pubblico che hanno dimostrato di non aver compreso il vero significato della pellicola.

Molte recensioni hanno parlato di un’allegoria della depressione o dell’atto creativo dimostrando di non aver ascoltato le parole dell’attrice protagonista. Infatti, poco prima dell’uscita di “Mother!” nelle sale, Jennifer Lawrence ha rilasciando una breve intervista in cui, oltre a dare un assaggio accattivante dell’intera pellicola, ci ha regalato anche un indizio prezioso sul vero significato del film: parla di “Madre Terra”.

Analizzando la storia con questa chiave di lettura, mi è parsa una maniera intelligente ed emozionante per rappresentare ciò che stiamo infliggendo al nostro pianeta. Gli umani vengono dipinti come esseri senza nome, “alieni” che popolano la Terra. Si dimostrano capaci solo di massacrare il pianeta, che è vita e cuore dell’universo, con egoismo, odio, guerre per territori e per denaro: la inquinano di sangue inutile ed innocente provocando atroci sofferenze ed ingiustizie.

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Se dovessi descrivere “Madre!” in poche parole, lo assocerei a uno di quei sogni che iniziano in maniera realistica e finiscono in un incubo straziante e travagliato. Esso può essere infatti tranquillamente diviso in due parti: la prima, dal ritmo lento e riflessivo in cui pian piano si introducono elementi bizzarri e grotteschi; la seconda, invece, è simile ad una bomba atomica di emozioni angoscianti e conturbanti, che lasciano lo spettatore perplesso ed inquietato.

Sin dall’inizio, gli ospiti inattesi che invadono la sacralità familiare di questa coppia, si comportano in maniera piuttosto maleducata e irrispettosa, ma nei limiti del sopportabile! Ci troviamo ancora nella sfera della plausibilità. Con il procedere della storia, le caratteristiche dei personaggi secondari sconfinano in un’irriverenza e in una fastidiosità bestiale, che sembrano scaraventare lo spettatore in un girone infernale senza via d’uscita: alcuni sfondano e derubano oggetti dalla casa, altri si prendono eccessive libertà, altri ancora sembrano voler aiutare la protagonista ma si dimostrano solo più irritanti ed invadenti.

Bisogna tenere di conto che Darren Aronofsky è il mago dell’ossessione e dell’angoscia- basti pensare a “Il Cigno Nero”– e di conseguenza sfrutta la potenzialità delle soggettive e l’alternanza di ritmi per dimostrarlo. In questo caso, sceglie di utilizzare inquadrature eccessivamente strette e ravvicinate dei personaggi accompagnate da un ritmo lento e riflessivo nella prima parte e da uno rapido e frenetico nella seconda. Il fine del regista è esattamente quello di perseguire e di braccare i personaggi a tal punto da lasciarci respirare solo nei pochi momenti in cui stacca la telecamera dai loro volti.

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Al centro di questa apoteosi del primo piano vi è sicuramente la protagonista Jennifer Lawrence, il cui viso è quasi un elemento sacro e consacrato. Al suo fianco troviamo un terribile Javier Bardem, incapace di tenere il passo della coprotagonista, risultando così freddo, inespressivo e poco credibile.

Per concludere, Mother, con le sue tinte dark e il suo andamento circolare, ha chiaramente delle sfumature horror. L’impianto è molto teatrale perché la storia si svolge in una sola location, una casa di campagna immersa nella natura. I personaggi, per quanto forti siano i loro caratteri, non hanno un nome. C’è un’assenza quasi totale delle musiche e si notano solo rumori metallici.

-Mother: tra l’arte e la Bibbia

Nel film sono presenti numerosi riferimenti biblici:

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  • Il marito, molto più anziano della moglie, veste frequentemente di bianco e probabilmente rappresenta Dio. La moglie può essere associata all’immagine di Maria;
  • Il bambino potrebbe rappresentare la passione di Cristo;
  • Quando la protagonista si sveglia, guarda la luce del sole ed avverte il marito della gravidanza, sembra un chiaro riferimento all’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele;
  • Le poesie scritte dal protagonista, potrebbero rappresentare le Sacre Scritture che vengono interpretate in maniera ridicola ed erronea dai suoi seguaci. In questo modo il film potrebbe essere letto come una grande critica alla religione e alle lotte di fede.
  • Il marito/Dio viene fatto apparire come un essere altruista nei confronti degli umani ma non-curante delle conseguenze che questi possono apportare alla moglie/Terra.

Da considerare anche le palesi somiglianze con l’arte italiana del XV secolo:
->Particolare di Flora, dea della Natura, “Primavera” di Botticelli
->“Lamento sul Cristo morto” di Mantegna.

Sono Laura Montagnani, classe 1997, e sono laureata in Marketing e Comunicazione alla Bocconi di Milano. Appassionata di cinema, divoratrice di libri, cittadina del mondo ... alla ricerca del mio posto nel mondo.