Capitan Marvel- grazie ad una donna nacquero gli Avengers

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Captain Marvel, pellicola diretta da Anna Boden (prima donna a sedersi dietro alla macchina da presa di un lungometraggio Marvel Studios) e Ryan Flec, è il primo film dell’Universo cinematografico Marvel ad avere come protagonista assoluta una supereroina. Il film, ambientato negli anni 90, periodo in cui la Terra era ancora all’oscuro dell’esistenza di “persone speciali” nell’Universo,  mette da parte lo schema tradizionale delle origin story e presenta al pubblico la protagonista, Carol Danvers (Brie Larson), già in possesso dei propri superpoteri.

La ragazza, dopo aver abbandonato la propria vita sulla Terra di cui non ricorda pressoché nulla, si unisce alla Starforce, il reparto d’élite intergalattico della civiltà aliena dei Kree, guidato dall’enigmatico comandante Yon-Rogg (Jude Law) che diventerà presto il suo mentore. Una volta terminato l’addestramento, Carol si ritroverà nuovamente sulla Terra, coinvolta in una guerra tra le due razze aliene dei Kree e degli Skrull e travolta da milioni di domande sul proprio passato.

La supereroina attirerà l’attenzione di Nick Fury (Samuel L. Jackson), agente dello S.H.I.E.L.D che, in quegli anni di post Guerra Fredda, è alla disperata ricerca di qualcosa o qualcuno che possa risolvere i problemi del suo paese. I due dovranno lavorare insieme per sconfiggere il comune nemico: i famigerati Skrull, razza mutaforma che, sotto la guida del leader Talos (Ben Mendelsohn), sta pianificando l’invasione della Terra. Carol è pronta a combattere e a scoprire il suo passato ma menzogne e colpi di scena l’attendono dietro l’angolo.

Il film Capitan Marvel era stato evocato nei titoli di coda di Avengers: Infinity War in una post-credit-scene con Nick Fury e l’agente Maria Hill (Samuel L. Jackson e Cobie Smulders). La pellicola parte decisamente lenta, con una fase narrativa che introduce il personaggio e ci mostra quanto Carol sia turbata per non avere memoria del suo passato. Successivamente però, con l’arrivo dell’eroina sul nostro pianeta, il film si fa sempre più incalzante, trasportandoci in un vortice di azione e comicità (ormai elemento MUST degli ultimi film sui supereroi).

Captain Marvel rappresenta la prima vera risposta femminista al successo DC Comics di Wonder Woman, di Patty Jenkins con Gal Gadot. La pellicola è una dimostrazione del girls’ power per eccellenza e rivolge un invito cristallino a non giudicare chi è diverso (critica ormai diventata comune nella cinematografia americana da quando Trump è andato al governo). La pellicola ci insegna che si devono avere elementi per poter giudicare, che non ci si può basare solo sull’apparenza, che ascoltare una sola voce significa limitare il proprio punto di vista e che il cervello può generare opinioni proprie. Lo stesso gatto arancione, star indiscussa di questo film, potrebbe voler dichiarare qualcosa di se stesso, a cominciare dal suo nome Goose (oca).

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Captain Marvel è quindi attualità vestita da anni 90. È uno dei pochi film Marvel in cui l’azione è drasticamente secondaria rispetto alla storia, tanto da puntare su una dilatazione dei tempi sia nei dialoghi sia nel ritmo.

Passando agli aspetti tecnici del film, nel cast principale troviamo Brie Larson nei panni di Capitan Marvel. L’attrice ha preso molto sul serio l’addestramento per questo ruolo e per cinque giorni a settimana, ha svolto da due a quattro ore di allenamento, praticando una combinazione di pugilato, kick-boxing, Judo, lotta libera e Jiu-Jitsu. Devo ammettere infatti che il suo fisico tonico e la sua agilità rispecchiano perfettamente il personaggio che deve interpretare. Nonostante questo, confesso di non aver molto apprezzato la sua recitazione, risultata a mio avviso piuttosto piatta.

Al suo fianco, nel ruolo di co-protagonista, troviamo un Samuel L. Jackson ringiovanito in computer grafica dall’inizio alla fine. Accanto ad un eccellente lavoro di estetica digitale, devo dire di aver apprezzato anche la sua interpretazione. Dopotutto, noi tutti sappiamo che il ruolo del mezzo rincoglionito gli riesce alla grande. Ho apprezzato moltissimo tutte le sue pièce comiche e la maggior parte delle scene con lui presente sono davvero esilaranti.

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Infine, l’ultimo personaggio di particolare rilevanza è Jude Law nei panni del mentore e amico di Carol, Yon-Rogg. Posso dire che la sua recitazione non è stata affatto male, forse un po’ troppo smielata e sul patetico, ma comunque niente di troppo raccapricciante.

Per quanto riguarda gli altri aspetti, ho apprezzato molto gli effetti speciali (da sempre punto forte della Marvel) e il montaggio. Il resto è tutto di buona qualità ma niente di particolarmente eccitante.

Per concludere, Capitan Marvel è un film carino, forse non stupefacente come altri lavori precedenti, ma comunque da vedere per capire come gli Avengers ebbero inizio e per conoscere la storia di un personaggio che sarà di vitale importanza in Avengers: End Game.

P.S. Ci sono due scene post-film. Se siete di fretta, non state ad aspettare la seconda, posta proprio alla fine dei titoli di coda, perché non sa veramente di niente.

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Sono Laura Montagnani, classe 1997, e sono laureata in Marketing e Comunicazione alla Bocconi di Milano. Appassionata di cinema, divoratrice di libri, cittadina del mondo ... alla ricerca del mio posto nel mondo.